Ucraina e Georgia, due paesi che hanno condiviso e continuano a condividere un cinico destino: l’asservimento allo Stato profondo americano in diversi aspetti della sfera politica e sociale, ben evidenti in questo articolo del giornale La Repubblica di quattordici anni fa.
La Georgia chiede aiuto agli Usa. È come se la Russia ci avesse dichiarato guerra”, ha commentato un portavoce dei servizi di sicurezza. Per via dell’emergenza, la Georgia ritirerà i suoi 2mila soldati impegnati in Iraq (il Paese è il terzo contributore di truppe) e ha chiesto all’alleato americano degli aerei per trasferirli. In un’intervista alla Cnn il presidente georgiano Saakashvili ha sollecitato l’intervento degli Stati Uniti
“Non è più solo una questione georgiana. Si tratta dell’America e dei suoi valori. Noi siamo una nazione amante della libertà che ora si trova sotto attacco”.
La Repubbliga, 8 agosto 2008
Le autorità georgiane di allora, come quelle ucraine di oggi, erano saldamente controllate e dirette (lo sono ancora oggi) da “mani” americane, impegnate in finte missioni militari di pace nel medioriente, ma in realtà ingaggiate con lo scopo, meno nobile, di tutelare gli interessi economici e geopolitici statunitensi, partecipando alla distruzione e al saccheggio di paesi sovrani come Iraq e Afghanistan per compiacere gli anglo-americani. Gli interessi georgiani e ucraini non solo convergevano nel teatro medio-orientale. Il governo di Saakashvili e quello di Juščenko erano palesemente ostili alla Russia, e sotto questo punto di vista, entrambi avevano offerto assistenza militare alla NATO: “noi partecipiamo alle vostre missioni, voi ci assistete militarmente contro il nostro vicino ingombrante che è anche il vostro” e si sono trovati d’accordo. Così, nel 2008 si manifesta il pericolo russo e parte la richiesta di aiuto per far rientrare i militari georgiani dall’Iraq; chissà, forse speravano in qualcosa di più! Già, perché la retorica è sempre la stessa, come allora così oggi: “non è più solo una questione georgiana, si tratta dell’America e dei suoi valori” oppure “Questa guerra non è solo contro gli ucraini ma contro i valori che ci uniscono, contro il nostro modo di vivere in Occidente“, ma quest’ultima frase è stata pronunciata spesso dall’ultimo pupazzetto americano Zelensky.